16 ottobre 2013

Uno sguardo oltre

Buongiorno, amici di Educazione Consapevole!

Voglio condividere con voi un nuovo aneddoto familiare, questa volta da mamma psicologa, qualcosa che somiglia a ciò che ho raccontato in questo post.

Interno, giorno. Io e i miei cuccioli siamo a casa insieme, un pomeriggio come tanti.

La piccola di casa sta giocando concentrata sul pavimento proprio nel bel mezzo del corridoio, mentre io e il Piccolo Uomo ci muoviamo tra le stanze ognuno a pensare al proprio da fare.


Ad un certo punto mi fermo ad osservare la piccola e mi sento un po' etologa, un po' antropologa, un po' documentarista: silenzio assoluto, sguardo attento, movimenti ridotti al minimo.

Il Piccolo Uomo incuriosito mi si avvicina e mi chiede cosa sto facendo; gli rispondo che sto lavorando e lui ride e mi fa notare che non sto cucendo fasce  nè sto facendo massaggi e nemmeno sto lavorando al PC.

Allora me lo tiro vicino vicino e gli chiedo di guardare la sua sorellina e di dirmi cosa vede.

Dice di vedere sua sorella che gioca; gli chiedo allora più dettagli e dice che la piccola è seduta per terra e che sta giocando ad infilare dei tappi di sughero in una scatola col coperchio forato (sono molto orgogliosa della capacità osservativa del Piccolo Uomo. E' meraviglioso! ). 

E allora gli racconto cosa vedo io: vedo un cervello che lavora per coordinare le mani, occhi che osservano, una mente che pensa e si concentra, un corpo che si coordina nei movimenti.

Sono affascinata da quello che vedo, lo trovo eccezionale e stupefacente. Così come mi capita ogni volta che vedo un bambino all'opera. Così come mi capita e milioni di volte mi è già capitato guardando lui, fin da quando era nella mia pancia e si muoveva dentro di me.

"Ma che lavoro è mamma, allora, il tuo?", mi chiede. "Sto lavorando come psicologa, in questo momento", gli rispondo."

E' come indossare sempre un paio di occhiali specialissimi, che ti fanno vedere tante cose che quasi nessun altro vede", aggiungo.

E lui, con il buon senso del suo essere bambino, mi dice "Ti lascio lavorare, mamma. Se poi vuoi fare la psicologa anche con me vieni di là in camera mia?". Come potevo non baciarlo? 

Ecco spiegato il lavoro di psicologa: due occhiali specialissimi e un sguardo che va oltre. Splendida definizione, non trovate? 

Un saluto a tutti.

Maria Beatrice 

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