2 febbraio 2017

I bambini ricordano la vita nel pancione? - PARTE SECONDA

Buonasera amici di Educazione Consapevole,
eccomi pronta per completare insieme a voi il viaggio nella Vita psichica Prenatale iniziato in questo post.

Ci siamo lasciati con una domanda (o forse più di una?): cosa fare se nostro figlio ci racconta qualcosa di quando era nella pancia? O magari disegna e ci spiega che c'era luce, c'era buio, faceva freddo, faceva caldo, c'era rumore, c'era silenzio ecc.?


Niente di diverso da ciò che faremmo di fronte ad un tesoro improvvisamente riemerso dal passato: potremo certamente provare stupore e gioia, gratitudine e riconoscenza. E muoverci con delicatezza e prudenza.


Stupore e gioia, perchè questi ricordi a volte sono un fulmine a ciel sereno e colgono impreparati, ma di solito... illuminano a giorno!

Gratitudine e riconoscenza: perchè è la nostra unica occasione di sapere qualcosa di nostro figlio prima della nascita (e dal diretto interessato).

Delicatezza e prudenza: è come maneggiare il cristallo più sottile; si tratta di qualcosa che emerge dalle radici più profonde di nostro figlio, qualcosa che ha già fatto un lungo viaggio.

Per cui: non abbiate paura di scoprire e di ascoltare questi racconti. Se emergono, un motivo ci sarà: accoglieteli a braccia aperte, ringraziate i vostri bambini per averli condivisi con voi, cogliete l'occasione per confermare tutto il vostro amore per loro.

E se vi sembra che questi racconti riportino una sofferenza (ad esempio "non volevo stare lì", "avevo freddo", "non mi piaceva"...) spiegate ai vostri bambini che li capite, che vi dispiace si siano sentiti così e che potete ritrovare ora, insieme, benessere e calore.

Come ho scritto proprio in quel post su Facebook che ha dato origine a questo contributo:

"Ciò che si è rotto si può riparare perché possa resistere ancora, senza pretendere che torni intatto come prima. Ma la vita è fatta di riparazioni continue".

Concludo questo contributo con ben tre interessanti testimonianze di mamme che mi hanno autorizzato alla pubblicazione di questi contenuti.

Di questo le ringrazio, moltissimo e di cuore!

Testimonianza della mamma di N.:
"Negli ultimi due mesi la gravidanza non è stata facile. N. premeva sulle costole, una è addirittura risultata rotta. Mi hanno ricoverato qualche giorno in ospedale per sospetta embolia polmonare...in realtà la costola rotta e lei che spingeva in alto mi facevano mancare il fiato dal dolore.
 
N. è nata precisa, 40+ 1. Parto troppo medicalizzato con ventosa... 
 
A 2 anni e mezzo circa mi ha detto che lei in pancia non stava bene. Era stretto e buio (effettivamente si è sempre mossa tantissimo. Se non la sentivo un paio di ore mi preoccupavo!).
 
E pochi giorni fa, quindi quasi a 3 anni, guardando le foto, ha chiesto come mai lei fosse lì dentro, e che non ci voleva stare (si riferiva all'incubatrice, messa subito dopo il parto per poco tempo)".


Testimonianza della mamma di G.:
"Mio figlio è nato con parto naturale e il ricordo è venuto fuori a circa tre anni e mezzo mentre io aspettavo suo fratello. Il suo ricordo è in merito al nostro rituale della buonanotte quando io ero incinta di lui : papà diceva 'buonanotte mamma, buonanotte lenticchia' (non abbiamo voluto sapere il sesso fino alla nascita ) e poi dava un bacio sulla pancia a me...
 
G. ricorda il papà che diceva esattamente le stesse parole e ricorda il bacio sulla pancia. Mi ha inoltre detto in quella occasione che quando era nella pancia si sentiva cullato e al calduccio (parole sue)..."


Testimonianza della mamma di D.:
Si tratta di un racconto un poco frammentario, perchè la mamma di D. mi ha anche inviato immagini e video che abbiamo deciso di non pubblicare per rispetto della privacy della sua famiglia. La sensazione di scarsa fluidità che si avverte in alcuni punti di questo racconto è dovuta solo a questo.

"D. lo scorso Novembre mi ha fatto un disegno da solo e dal nulla. Mi ha detto che dentro la mia pancia sentiva il mio cuore "là in alto appeso con una cordicella" (parole sue) e che c'era tanta luce dentro che veniva dell'ossigeno tutto intorno.
 
Il 18 gennaio 2017 invece parlava con la sorella. che gli diceva "ti ricordi D. quando eri piccolo che calciavi la pancia della mamma?". D. rispondeva: "no scusa io ero dentro una bolla". Allora io (la mamma, ndr) gli ho chiesto cosa faceva nella bolla...
 
D. mi ha detto che spingeva perché voleva uscire e che era mezza grande, che quando è uscito ha visto il sole e papà non c'era ma c'era una dottoressa, che gli ha fatto male il pancino e lui ha pianto perché voleva la mamma e lo hanno portato dalla mamma e io l'ho abbracciato. In realtà ho fatto il cesareo con un dottore: forse era l'infermiera che gli ha tagliato il cordone?
 
E... È vero che io l'ho abbracciato... mi hanno liberato un braccio perché potessi abbracciarlo finché mi cucivano. Non c'era nessuno della mia famiglia che potesse raccontarglielo.
 
Tutto questo racconto da solo e io ascoltavo, le uniche domande che ho fatto sono state "cosa facevi nella bolla?" e "poi cosa hai fatto?".
 
Oggi di nuovo mi ha raccontato tornando da scuola (...) diceva che era messo a testa in giù e aveva i piedi in alto e quando è uscito ha sentito mille voci e ha visto me che ero felice e che aveva freddo dentro.
 
Racconta (anche, ndr) che ha fatto un buco (cosa vera: ho avuto rottura alta del sacco), fatto un salto sul tubo e si è messo a testa in giù, dice che ha aperto e chiuso il coperchio che è uscito a testa in giù e mi ha visto...".

Trovo che queste tre storie siano splendide, ricche di spunti e di stimoli.

Quello che colpisce di più, a mio avviso, è la presenza di dettagli "segreti", quelli mai raccontati e mai nominati in precedenza al bambino, quei gesti o quelle parole che nessuno, se non il bambino (e la madre), poteva conoscere.

Probabilmente è proprio questo che fa restare stupiti (a volte anche sconvolti): se il bambino ricorda quel dettaglio, allora significa che era un essere realmente presente, senziente, consapevole (in modo proporzionale all'età, ovviamente) già in pancia, già da neonato, già da...

Sapete? La "presenza a se stessi" nella coscienza interna è il primo stato mentale che sperimentiamo ed è caratterizzato da onde cerebrali Theta e Delta; l'attività cerebrale del feto viaggia per il 70/80% del tempo su queste frequenze.

E il bambino sviluppa a propria coscienza interna attraverso la percezione psichica profonda degli stati emotivi materni.

"Tutto ciò che vive la madre, il bambino lo vive con lei", mi veniva insegnato nel 2005 durante la formazione con Anpep. Era questo (e molto altro), che intendevano.

Un secondo elemento degno di nota è la spontaneità dei racconti: il bambino (o la bambina, ovviamente) se ne esce con parole e immagini non evocate a richiesta, ma emergenti motu proprio da qualche luogo del cervello.

Quasi sempre i bambini iniziano a raccontare proprio così, magari mentre disegnano, o perchè qualcosa evoca in loro il ricordo (un colore, un suono, una parola, una melodia...).
Non rispondono, quindi, ad un'aspettativa nè ad una domanda esterna. Credo, invece, che diano voce ad un bisogno interno.

Un terzo aspetto che ritengo meriti evidenza è la compresenza di elementi molto ben delineati ad altri più fumosi o, almeno apparentemente, contraddittori.

I codici comunicativi e i pensieri dei bambini non sono esattamente sovrapponibili ai nostri; i bambini sono creature più flessibili e meno strutturate, per cui nella loro mente sensazioni corporee, emozioni, percezioni... si sommano e si mischiano. Semplicemente sentono, pensano e agiscono diversamente da noi.
Il fatto che noi possiamo non comprendere del tutto ciò che ci raccontano, non significa che ci stanno mentendo o che stanno inventando per eccesso di fantasia.

E, comunque, anche se qualcosa fosse frutto della loro meravigliosa e creativa fantasia, si tratterebbe di un "non a caso" che ha un senso.

Allora, che ve ne pare? La vita prima della nascita comincia ad affascinare anche voi?

Se la risposta è "sì", vi invito a navigare all'interno della rubrica che ho curato per il sito de "Il Bambino Naturale", dal titolo "Educazione Consapevole" (eh, beh! Non avrò fantasia ma coerenza sì!).

Ho scritto molto sia sulla gravidanza che sul parto e il post parto.

Ditemi che ne pensate, i vostri commenti sono sempre graditissimi!

Se poi volete contattarmi, i riferimenti sono gli stessi di sempre: questo Blog col suo Modulo di Contatto (Home Page della Visualizzazione web), il mio profilo personale su Facebook, la FanPage di Progetto Educazione Consapevole.
Un caro saluto a tutti,
Maria Beatrice

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